Cosa c’entra Stephen King con i tre porcellini vi starete chiedendo?
C’entra. Primo perché “Fairy Tale” è una favola dark, con continui rimandi a elementi delle nostre fiabe (vengono citate le case di paglia, di legno e di cemento, Tremotino, perfino il grillo parlante); secondo perché è proprio grazie ai tre porcellini che ho ottenuto la mia copia di “Fairy Tale”.
La casa editrice infatti ha messo a disposizione tre copie gratuite per gli iscritti al gruppo Facebook “Stephen King Italia”. Gli amministratori hanno ideato un contest per scegliere i tre fortunati. Bisognava prendere una favola a nostra scelta e riscriverla nel modo in cui lo avrebbe fatto Stephen King. La mia rivisitazione in chiave horror/fantasy dei maialini mi è valsa il premio.
Ora che mi sono dilungato sulle faccende personali gloriandomi per il premio, mi rimane poco tempo per la recensione e allora dirò solo poche cose, lasciando poi a voi la scelta se leggere o meno il libro.
Questa è la storia di un’amicizia, tra un ragazzo e un cane; ma è anche la storia di un viaggio, attraverso un buco che potrebbe essere quello di “Alice nel paese delle meraviglie” che conduce in un altro mondo dove incontriamo giganti, nani, mutilati, sirene, pipistrelli, esseri perfidi e uomini coraggiosi; e infine è la storia della lotta più antica di sempre, quella tra il bene e il male.
Non è il King che conosciamo e la storia non raggiunge le vette, per esempio, de “Il talismano”, meraviglioso viaggio fantasy attraverso un mondo parallelo al nostro, ma è comunque una piacevole lettura accompagnata da accattivanti illustrazioni in bianco e nero all’inizio di ciascun capitolo.
Un libro che finisce là dove cominciano tutte le favole, con “C’era una volta…”
Se amate i cani, le fiabe, i principi e le principesse, fa al caso vostro.
Se cercate i mondi de “La torre nera” o le emozioni dei due suoi capolavori per eccellenza e cioè “It” e “L’ombra dello scorpione”, potete pure passare oltre. Ma un fan che si rispetti deve comunque averlo e leggerlo.